Don Enzo Boschetti - Casa del Giovane Pavia

Papa Francesco ha indicato nell’accoglienza il “grande” segno del Giubileo della Misericordia, un segno che deve testimoniare la concretezza del Vangelo e l’autenticità della nostra conversione. Accoglienza è pratica di solidarietà, è esercizio di giustizia, è affermazione del diritto all’esistenza. Ma quanta fatica, quante paure, quante sovrastrutture impediscono una pratica intelligente e generosa dell’accoglienza, che sempre di più diventa un segno di contraddizione, una meta da raggiungere facendo appello non solo al Vangelo, ma ai fondamenti della nostra civiltà umana. Riscontriamo che c’è bisogno di un’educazione all’accoglienza da far emergere in tutti i luoghi della vita quotidiana; c’è bisogno di un’informazione onesta e non ideologizzata; c’è bisogno di far crescere un dialogo adulto e fraterno tra culture e etnie diverse.
Con gli stessi ideali il Servizio di don Enzo è nato e si è articolato rispondendo ai vari bisogni emergenti: disagio psichico, disagio femminile, minori stranieri, persone con problemi di dipendenza da alcool, sostante e gioco d’azzardo; senza dimenticare le persone più povere e senza dimora. Si è risposto alle richieste legislative di adeguamento professionale, mantenendo alta la dimensione relazionale e di crescita integrale della persona. Così, nel contesto difficile della società moderna, animata dalla tecno-economia globale, dalla frammentazione culturale, don Enzo, con la sua opera, ha testimoniato la luminosa certezza di un'intuizione evangelica.