SE NON SERVI NON TI LIBERI
Vivere
per amore di Dio
e dei fratelli
in difficoltà
La Vocazione
di Vita nella
Comunità
Casa del Giovane
Caro amico, cara amica
Vogliamo raccontare in modo semplice la vocazione dei 'comu¬nitari definitivi', cioè di quelle persone - uomini e donne - che in modo definitivo hanno scelto di vivere nella Comunità Casa del Giovane secondo uno stile di condivisione e di preghiera. Scrivendo queste pagine sappiamo di andare - solo apparentemente - contro a una delle indica¬zioni di don Enzo, il nostro fondatore. Egli infatti ci chiedeva di non parlare delle nostre scelte vocazionali. Semmai, per chi era interessato, suggeriva di invitare a venire in comunità e vedere direttamente, incontrando volti e storie, sperimentando di persona.
Perché quindi raccontare la vocazione di vita alla CdG?
L'invito di don Enzo a essere discreti, a non mettersi in mostra, e nel contempo a far sì che le persone avessero a toccare con mano più che a riflettere o a par-lare della Comunità resta fondamentale. Ma in questi ultimi anni ci siamo accorti che chi incontra la CdG - sarà per la fretta del vivere attuale, o per le mille informazioni che ci raggiungono, o perché la Co¬munità nel tempo si è sviluppata divenendo più complessa e articolata - rischia di rimanere in superficie, non cogliendone più di tanto la vita, i valori che la fondano e la proposta che essa è.
Così, nell'intento di essere di aiuto a chi vuole conoscere la Comu¬nità pienamente, abbiamo scritto qualcosa di ciò che non appare immediatamente ma che appartiene alla Casa del Giovane, la caratterizza, la anima.
C'è anche un altro motivo per cui abbiamo voluto scrivere.
Tra le molte persone che incontriamo vi sono tanti giovani e ragazze che hanno davanti il loro futuro ma hanno nel cuore anche tante domande, desideri, dub-bi, incertezze e sogni su come meglio investirlo, su come meglio impegnare la propria vita perché meriti di essere vissuta, su come - in fine - essere veramen-te felici non escludendo chi la felicità l'ha conosciuta poco.
Anche per loro abbiamo scritto, perché leggendo possano sapere che qualcuno, nonostante tutto, ha trovato nella preghiera e nel servizio come condivisione e dono di sé una libertà, un significato, un valore, una pace e una gioia che riem-piono la vita al punto tale che non la si può tenere solo per sé. E che il 'miracolo' di una felicità duratura e non effimera, che si trova donando invece che prendendo, consumandosi anziché conservandosi, è possibile.
don Arturo e
la Fraternità CdG